E' morto Gianni Maierna. Ex partigiano, presidente dell’Anpi e per tanti anni amministratore pubblico a Verbania e alla provincia di Novara. Per il PCI prima e poi per Rifondazione Comunista. Gianni era nato a Intra 92 anni fa, nel 1925. Partecipò giovanissimo alla Resistenza, nelle file dei Gap di Intra e combattè per 18 lunghi mesi da partigiano. Operaio alla Rhodiatoce di Pallanza, nell'immediato dopoguerra, svolse inseguito un'attività in proprio con l’autofficina e il distributore di carburante in corso Cairoli a Intra. Gianni Maierna è stato tra i protagonisti della Casa della Resistenza di Fondotoce, dedicando gran parte del suo impegno e della sua passione nel tener viva la memoria della lotta partigiana. Sulla sua esperienza scrisse un libro "Quattordici giorni d'agosto. Verbania 1944" e di lui si parla anche nei bei libri di Marco Rovelli "Eravamo come voi.Storie di ragazzi che scelsero di resistere" e "Testimonianze di Resistenza" di Paola Giacoletti. E' difficile fermare il vortice di ricordi che affiorano pensando a Gianni e alla sua vita piena di passione e capace di slanci generosi. Ci si rende conto di quanto si è stati fortunati a incontrarlo, conoscerlo, frequentarlo, essergli amici e compagni. Abbiamo condiviso idee e lotte, momenti belli e anche non facili, di scoramento. Non è possibile scindere il ricordo della persona dalla sua passione politica e civile. Sarebbe quasi fargli un torto. In fondo, pur in epoche diverse, siamo cresciuti dentro la stessa scuola di vita. Siamo stati parte di quello straordinario “insieme” che è stata la “famiglia” dei comunisti italiani. Siamo stati compagni e forse è proprio così che è giusto ricordare Gianni. Perché compagno è un nome bello e antico, che non dobbiamo lasciare in disuso; deriva dal latino "cumpanis", che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane. Coloro che lo fanno condividono anche l'esistenza, con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. Nella Resistenza come nella vita Gianni Maierna è stato compagno, perché ha sì diviso il pane quando si aveva fame ma anche - insieme a tanti altri - vissuto il pane della libertà, che è il più difficile da conquistare e mantenere. Mai come oggi, in tempi difficili, c'è un gran bisogno di comunità e di compagnia, di impegno generoso, di un’idea per cui valga la pena di impegnarsi. Gianni, in vita, ne è stato un esempio. E come tale andrà ricordato, sempre.
Marco Travaglini