Duecento anni fa, nasceva a Treviri in Germania Karl Marx. Dal vecchio cuore dell’Europa, egli lanciava al mondo il più generoso e il più potente dei messaggi di liberazione: «Proletari di tutti paesi, unitevi!» Il più generoso, perché lui, filosofo, emancipava il pensiero umano dalla schiavitù della speculazione fine a se stessa, comunque destinata a giustificare ingiustizie e sfruttamento e a puntellare l’ingordigia dei dominatori. Il più potente, perché dava alla classe degli sfruttati lo strumento principale per emanciparsi cioè la lotta, attraverso la quale i lavoratori si unificano, si organizzano, diventano soggetto politico e pongono con forza la necessità del ribaltamento dei rapporti di produzione. Ebbene, in duecento anni quella classe cosciente ha scritto pagine rivoluzionarie, gloriose e commoventi della storia dell’umanità, ne ha cambiato il corso, come un immenso mare, è salita alta, tutto travolgendo, per poi rifluire. Non si sentano sicuri gli sfruttatori globali di oggi: non hanno affatto vinto perché l’energia sterminata di quel mare è più che mai vitale e terribile. Aspetta solo il momento di scatenarsi.