Lo scorso 19 ottobre il progetto dell'Impianto di recupero argille, terre e fanghi non pericolosi, che la ditta Italhousing Ambiente Oleggio S.r.l. voleva realizzare a Boca, è stato ritirato durante la terza Conferenza dei Servizi di Novara. Il Consigliere delegato all'Ambiente della Provincia ha dichiarato alla “Stampa” che i proponenti «di fronte alla prospettiva di una bocciatura formale, hanno ritenuto di ritirarlo».
Si chiude così il primo capitolo di una vicenda iniziata nel tardo autunno dello scorso anno, quando, per caso, si scoprì l’esistenza di un progetto in itinere amministrativo che chiedeva l’autorizzazione per un impianto di «recupero argilla, terre e fanghi non pericolosi» della ditta Italhousing Ambiente Oleggio srl in Boca via Brughiera IV. Come associazione Proposta Comunista, nei mesi scorsi attraverso il nostro giornale, abbiamo informato, analizzato il progetto, che già a un esame sommario presentava lacune, problematiche, e inadempienze tecniche gravi, e costruito una forte opposizione. Le nostre preoccupazioni, per le carenze progettuali e per l’evidente e voluta genericità degli scopi dichiarati, erano tra l’altro aggravate dalla collocazione della struttura nelle immediate vicinanze del già martoriato centro abitato del Piano Rosa di Boca.
La mobilitazione popolare, la nascita e l’azione decisa e incisiva del Comitato Tutela Ambiente di Boca, la ferma opposizione del Commissario Prefettizio che regge il Comune di Boca, l’impegno determinato del CARP di Novara e la nostra costante avversità al progetto, hanno portato il 19 ottobre 2017 al suo ritiro da parte della ditta proponente nel corso della terza Conferenza dei Servizi (CdS) di Novara. Consideriamo questo un primo positivo risultato in vista, se così sarà, di una possibile ripresentazione del progetto che, del resto, la rappresentanza della ditta ha già fatto intendere nei giorni immediatamente successivi alla scampata «bocciatura formale» in sede di CdS. È evidente che la vigilanza rimane e nessuno smobilita. Giunge in ogni caso il momento di una riflessione su quanto è avvenuto.
Il progetto. Fin da subito, nello studiare e analizzare il progetto, sono emerse la superficialità, le gravi lacune e insufficienze tecniche, la sua pericolosità per la salute pubblica e l’improponibilità del sito. Abbiamo avuto l’impressione che le carte progettuali fossero una specie di “format” buono per tutte le occasioni e da riproporre sempre uguale in qualsiasi posto. Tant’è vero che, per esempio, un progetto di un impianto del tutto simile a quello di Boca è stato presentato in un paese del vercellese Lozzolo ed è stato bocciato già alla seconda CdS locale. A Novara, invece, abbiamo assistito a un continuo “miglioramento e aggiornamento” del progetto da una conferenza all’altra perché la ditta proponente, volta per volta, tentava di rintuzzare e di integrare le osservazioni fatte dagli oppositori, naturalmente senza poter risolvere i vizi di fondo dello studio progettuale. Così la Provincia ha concesso all’azienda lo spazio di ben tre conferenze per offrirle nuove chance e “superare” così le lacune tecniche: una disponibilità questa molto ampia e che può essere spiegata solo con una particolare considerazione per il profitto privato e per il mercato, ovviamente a tutto scapito del bene comune, dell’equilibrio del territorio e della salute pubblica, come dimostrano le politiche adottate ormai da decenni dai governi del nostro Paese.
Movimenti, mobilitazione popolare e impegno di Proposta Comunista. La diffusione della notizia relativa al progetto ha innescato quasi subito una mobilitazione popolare spontanea che ha visto, fin da subito, in prima fila i cittadini residenti vicino all’area interessata e che si è estesa all’intera cittadinanza di Boca e dei paesi limitrofi. Da questa mobilitazione è sorto il Comitato Tutela Ambiente (CTA) di Boca. È partita quindi una raccolta firme su di una petizione che rappresentava una chiara, dettagliata e motivata opposizione all’impianto e che ha raggiunto, sull’intero territorio interessato, la quota significativa ed eloquente di 1400 adesioni.
Il CTA di Boca, consapevole della necessità di far uscire la battaglia ambientalista da una ristretta dimensione locale, ha costruito rapporti con altri gruppi, solidarietà e mobilitazione, prese di posizioni importanti, informando costantemente i cittadini, usando i social, la rete e gli organi di informazione. Per la sua condotta posata e chiara quanto intransigente, il CTA, cammin facendo, ha perso alcuni degli iniziali sostenitori, evidentemente più incuriositi dall’evento che disponibili ai sacrifici di una lotta continuativa e coerente finalizzata alla salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente. L’importanza di fare rete, collegarsi e coordinarsi con altri comitati ha portato, tra l’altro, a collaborare col CARP di Novara, il quale ha dato un contributo essenziale a informare a livello provinciale sulla grave situazione di Boca.
L’impegno di Proposta Comunista è stato immediato come la comprensione da parte nostra della gravità della situazione, una gravità che sugli organi di informazione appariva malamente velata da dichiarazioni rassicuranti e tranquillizzanti dell’amministrazione di Boca. Sindaco e amministrazione comunale sono caduti dopo pochi mesi sulla votazione del bilancio, la goccia che ha fatto traboccare un vaso già ricolmo per la mobilitazione popolare e le nostre prese di posizione. Proposta Comunista è stato l’unico soggetto che ha presentato puntualmente e in modo appropriato osservazioni tecniche e si è opposta politicamente al progetto in tutte le sedi e nelle CdS. È stato un lavoro di studio di ricerca e di lotta condotto con convinzione e umiltà, senza mai imporre scelte ma costruendole con il confronto, avendo come obiettivo sempre l’unità del movimento. Abbiamo sempre cercato dialogo, partecipazione e impegno continuativo, costruttivo e unitario per mantenere alto il livello della mobilitazione di cui il CTA è stato attento protagonista. E così sarà anche in futuro, se si ripresenterà il progetto o qualsiasi altra iniziativa dannosa per i cittadini e il territorio. Nullo è stato il nostro rapporto con gli organi di informazione e questo deve essere un dato di riflessione e di valutazione per il futuro, per essere visibili e far conoscere le nostre scelte e idealità, i valori che vogliamo. Si è ottenuto un risultato importante, ma la vigilanza per la difesa della salute pubblica e dell’ambiente non deve fermarsi e deve andare oltre la denuncia per costruire una politica diversa di recupero ambientale e di gestione del territorio.
Le istituzioni. ARPA e ASL hanno subito valutato e comprovato l’insostenibilità del progetto, memori che in quella stessa area, vicinissima al sito scelto da Italhousing, permane una situazione ambientale pericolosa, gravosa eredità dell’ex Pulinet, una triste vicenda di inquinamento e di delinquenza ambientale, costata finora alla comunità circa due milioni di euro per una bonifica ancora superficiale e non definitiva. Puntuali e attente relazioni hanno sempre evidenziato lacune, imprecisioni e inadeguatezze a cui l’azienda non è mai stata in grado tecnicamente di ovviare. Questo, a dire il vero, anche per tutte le altre osservazioni presentate. È stato svolto dagli enti citati un lavoro serio e preciso di analisi, come dovrebbe essere sempre.
Ha invece sempre stupito l’atteggiamento della Provincia e del suo settore Ambiente che, invece di cassare un progetto insostenibile fin dall’inizio, ha puntato sul rinvio e sulla concessione di ripetuti esami di riparazione, forse nella speranza che l’azienda incappasse nell’aiutino e nel consiglio giusto. Questo atteggiamento è apparso squilibrato e parziale, tenendo conto degli interessi superiori della salute e del territorio che un ente pubblico dovrebbe anteporre ad altre considerazioni. Non vorremmo che, nei confronti del richiedente dell’autorizzazione, a suo tempo presidente della Commissione ambiente della Provincia nonché consigliere provinciale per la Lega Nord, fosse scattata un’inconscia simpatia di “casta”. Dispiace dirlo ma in questa vicenda la Provincia di Novara ha dimostrato una insufficiente propensione alla democrazia e alla partecipazione attiva e diretta dei cittadini non ammettendo alle CdS, seppure solo come uditori, le associazioni e i presentatori delle osservazioni. Altrove, per esempio a Torino e Vercelli, la presenza dei soggetti che hanno presentato osservazioni è ammessa. A Novara, invece, per una interpretazione restrittiva e politicamente sbagliata della legge, si chiude loro la porta in faccia. Forse è meglio non far sapere nulla direttamente? Forse che bastano i burocratici verbali delle sedute? E pensare che il Presidente della Provincia appartiene al PD.
Il Comune di Boca. Sul suo territorio era previsto l’impianto e, alla chetichella, nel silenzio assoluto, l’ex amministrazione comunale si avviava ad accogliere la richiesta. Nel frattempo, la ditta forniva qualche servizietto al Comune, come il rifacimento della segnaletica in una strada, e tutto sarebbe passato in cavalleria.
La “violazione del segreto costruttorio” del progetto e la mobilitazione popolare hanno scardinato gli equilibri già precari di un’amministrazione incapace, inetta e rissosa. La pressione della popolazione ha spinto la decisione unanime del Consiglio comunale contro l’impianto, ma la relativa delibera si è insabbiata, è precipitata in una cava di argilla e non è mai stata trasmessa alla Provincia! Gli organi tecnici del Comune non sono mai stati autorizzati a studiare il progetto e l’atteggiamento del sindaco e dell’amministrazione è rimasto ambiguo, per mascherare sostanzialmente il parere favorevole che li animava. A seguito di ciò, caduti sul bilancio, è giunto il Commissario prefettizio che invece, dimostratosi funzionario dello Stato attento e sensibile alle istanze della popolazione, ha preso di petto la questione portando con fermezza la contrarietà della comunità e quindi del Comune all’impianto. Una posizione chiara e importante che non si poteva far finta di non sentire.
Una vicenda quella della ditta Italhousing Ambiente Oleggio srl, che testimonia come il ruolo dei cittadini, dei movimenti e comitati, con modestia anche quello dei comunisti, diventa fondamentale per affrontare i problemi e difendere i diritti dei cittadini, anzitutto la salute pubblica e il territorio. Riaffermare con forza che tutto il ciclo dei rifiuti deve essere gestito dal pubblico è fondamentale per contrastare speculazioni, inquinamenti e disastri ambientali irreversibili. Riconosciamo che non ci sono molti spazi democratici per agire e che l’informazione e la tanto declamata trasparenza sono difficili da ottenere. Comunque a Boca, si è ottenuto un risultato importante, bello, verrebbe voglia di dire che si è vinto (per adesso), ma è certo che la mobilitazione, se ben diretta, può ancora incidere e decidere sulle scelte. Ricominciamo da qui, da noi. Una lunga e dura lotta ci attende, ma Proposta Comunista e i Comunisti ci saranno.
[17 novembre 2017]