Grilini al governo: ora le trivelle non si fermano più
Una volta Luigi di Maio si precipitava, un giorno sì e l’altro pure, in Basilicata a Tempa Rossa, da lui denominata “l’epicentro di trivellopoli”, promettendo a tutti il blocco delle trivellazioni petrolifere «appena saremo al governo». E il popolo applaudiva, ma pure l’ha votato. Poi sono andati al governo con i legaioli (la Lega di “Roma ladrona” che deve restiture 49 milioni rubati allo Stato) e, in quota M5S è stato nominato ministro dell’Ambiente l’ex generale dei Carabinieri Forestali, Costa. Il 10 dicembre 2018, il ministro dell’Ambiente, in una sola mattinata, ha emesso 18
pareri favorevoli di ottemperanza alla ricerca di idrocarburi, in sostanza confermando la valutazione di impatto ambientale, il che vuol dire praticamente permettere e far eseguire le trivellazioni e le perforazioni nel Mar Adriatico, in Basilicata e in Campania. Queste autorizzazioni già erano state firmate nell’aprile 2017 dall’allora ministro dell’Ambiente Galletti, governo Gentiloni, nel quadro della famosa legge “sblocca Italia” di Renzi. I grillini al governo le hanno immediatamente confermate. Al solito, il ministro grillino si è difeso scaricando ogni responsabilità sugli altri: per loro, è sempre colpa di qualcun altro. Ma di bloccare o cambiare le scelte sbagliate fatte da altri non ci pensano nemmeno. «Con il governo dei M5S, il TAP (gasdotto che attraversa la Puglia) lo bloccheremo in due settimane, due settimane!», tuonava in campagna elettorale il grillino Di Battista al popolo di Puglia. Poi, al governo il TAP non si è fermato. Poi la vicenda delle trivelle in Basilicata. Il governo giallo verde si è costituito presso la Corte Costituzionale contro la Regione Basilicata e i Comitati No TRIV (no trivelle) che si oppongono al progetto di ricerca e perforazione petrolifera della società Fockhopper Exploration. Ora Di Maio, il M5S e il governo sono contro il popolo lucano e i Comitati NoTRIV che li applaudivano, sostenevano e votavano a Tempa Rossa. Questo, in pochi mesi, è solo l’ultimo di una serie di vergognosi atteggiamenti da parte dei pentastellati che fa seguito alla norma di innalzamento delle percentuali di sostanze dannose nei fanghi dei depuratori, al condono edilizio di Ischia, al ridimensionamento degli incentivi sulla mobilità elettrica, e ancora, NoTap, NoTriv, Ilva. Storie diverse, capitoli dello stesso voltafaccia vergognoso del M5S. Aspettando la TAV.