È morto, stroncato dal covid, il medico cubano Graciliano Diaz Bartolo. Nello scorso mese di marzo, fu in Italia, con i compagni della brigata sanitaria internazionalista “Henry Reeve”, nella battaglia contro il virus durante la fase acuta della pandemia. È scomparso un medico fedele al giuramento d’Ippocrate, un combattente, che ha anteposto la difesa della vita e la solidarietà umana al principio del profitto, anche sulla pelle dei malati, che regola i sistemi sanitari neoliberisti e le big pharma. È scomparso un uomo generoso e buono, così lo ricorda chi lo ha conosciuto a Crema in quei giorni d’inferno. È scomparso un cubano, orgoglioso del proprio paese, cresciuto nelle ristrettezze del “bloqueo” imposto dall’arroganza USA. È scomparso un socialista fermo nella convinzione di unire scienza e coscienza: «Médicos y no bombas!» Lo ricordiamo con tutto l’affetto e la gratitudine in uno dei momenti più difficili per Cuba, una terra ricca di una umanità e di una intelligenza che, alla fine, riuscirà a scalzare il tallone di ferro del padrone del “cortile di casa” che la opprime.