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ADIL, UN ANNO DOPO

Il 18 giugno 2021, Adil Belakhdim, rappresentante del Sindacato Intercategoriale Cobas, veniva assassinato davanti ai cancelli del magazzino della LIDL di Biandrate, travolto da un padroncino che aveva investito il gruppo dei lavoratori in sciopero. Adil è vittima, oltre che della violenza padronale, di quello sviluppo selvaggio della logistica che ha stravolto negli ultimi decenni il volto sociale, ambientale ed economico dell’intero circondario novarese. Ieri, nel luogo dove è stato massacrato Adil, è stata apposta una lapide ricordo e, nel pomeriggio, il S.I. Cobas ha indetto un corteo che si è raccolto in largo Pastore e si è concluso nei pressi piazza Martiri dove Adil è stato ricordato dai suoi compagni di lotta. Riproduciamo il comunicato con cui il S.I. Cobas ha indetto la manifestazione di Novara: «Non si trattò di una fatalità, né di un caso isolato. Sono decine ormai gli episodi in cui gli autisti sono incitati dalle aziende a sfondare i picchetti dei lavoratori in sciopero. È una forma di violenza padronale, come l’ingaggio di bodyguard per aggredire i picchetti da parte di Zampieri per conto di Fedex, come i numerosi licenziamenti di lavoratori “colpevoli” di lottare per migliori condizioni.

Questa violenza padronale è quasi sempre impunita.

L’assassino di Adil è stato lasciato libero dopo pochi giorni, ed è stato accusato di “omicidio stradale”, come se fosse stato un incidente. Non ci stupisce, perché gli organi dello Stato, forze dell’ordine e magistratura in testa, intervengono sempre più pesantemente contro gli scioperi, a fianco dei padroni anche quando questi violano i diritti dei lavoratori, con manganellate, denunce a centinaia, fogli di via e divieti di dimora, e anche mancato rinnovo di permessi e carte di soggiorno, minacce di espulsione per gli immigrati.

Lo scopo della repressione padronale e statale è impedire che la lotta si allarghi, da un piccolo gruppo combattivo a tutto un magazzino o fabbrica, da un magazzino a tanti altri, da un settore combattivo come la logistica ad altri settori.

Alla Lidl dopo un anno i lavoratori del SI Cobas sono ancora in lotta, contro l’uso generalizzato del part-time (a 25 ore) per avere totale flessibilità (l’orario reale è di 40 ore e anche più, ma se non serve, oppure se sei iscritto al SI Cobas, ti fanno lavorare solo 25 ore), contro l’uso crescente di lavoratori interinali e di cooperative, per il riconoscimento del sindacato (assemblee, permessi sindacali, bacheca, trattenute in busta paga).

Soprattutto ora che con la guerra e l’aumento del costo della vita i salari stanno perdendo potere d’acquisto, e non si arriva più a fine mese, vogliono impedire che milioni di lavoratori ritrovino la strada della lotta per il salario e contro la crescente precarizzazione.

Cgil, Cisl e Uil al posto di chiamare alla lotta, stanno alla coda di Confindustria e governo che cercano di imbonire i lavoratori con una tantum e qualche bonus fiscale del tutto insufficienti a coprire i 150 euro al mese già persi per l’inflazione.

La guerra in Ucraina, con la partecipazione anche del governo italiano con sanzioni, invio di armi e un programma di riarmo, è anch’essa una forma di violenza tra Stati dei padroni per spartirsi risorse e sfruttamento dei lavoratori, sulla pelle dei proletari mandati al massacro, ma anche di tutti quelli che ne subiscono le conseguenze, in Ucraina con 14 milioni di sfollati e profughi, in Italia ma soprattutto in Africa, Medio Oriente e paesi poveri con l’aumento del costo del cibo, che per milioni significa la fame.

E l’aumento delle spese militari porterà al taglio delle spese sociali, per salute, scuola, pensioni.

 

Contro la violenza e la repressione padronale e statale!
Contro la guerra imperialista e la politica di guerra del governo italiano!
Per la ripresa della lotta per il salario e contro la precarietà

 

https://sicobas.org/2022/06/17/novara-ricordiamo-adil-ucciso-nella-lotta-il-18-6-corteo-dei-lavoratori-in-citta-presidio-dai-cancelli-lidl-di-biandrate/

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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