Dopo la recente sconfitta elettorale, aveva intonato la ribeba della riscossa, promettendo di «stringerci per il partito» e di «sfruttare tutte le occasioni valide per far crescere le nostre valli». E non si può certo dire che manchi di fantasia. Infatti, a partire dal prossimo 22 marzo, decollerà il «corso gratuito di autodifesa per persone dai 16 ai 65 anni residenti a Quarona» offerto dal locale sindaco leghista. Basta con le lamentele e inutili manifestazioni: qui ci vogliono robuste pedate e sonori schiaffoni! Però, che siano… «educativi». Così è scritto su di un paginone di giornale. Il sindaco, che ci mette la faccia e vi compare a mezzobusto con tanto di fascia tricolore, avverte che la violenza sarà indirizzata «contro squadristi anarchici» e contro «tutti i totalitarismi, le anarchie e le delinquenze». Pare infatti che i valsesiani non abbiano altri problemi e non ricevano ogni giorno gli schiaffi della disoccupazione, del lavoro nero, dello sfruttamento, della devastazione ambientale, della povertà, né che le famiglie proletarie non ce la facciano più, che il sistema sanitario sia allo sbando e via cantando. La valle sarebbe un paradiso se non ci fossero tutti quegli squadristi! Il che non è del tutto falso. Infatti, cento anni fa, a Quarona operava una delle più sanguinarie squadracce fasciste, il branco dei cosiddetti “lupi della Valsesia”. Quanto agli anarchici, in Valsesia, venivano mandati al confino, come il povero Pietro Calcagno, un fornaio di Fontanetto Po, morto poi a Roma nel 1906. Infine, numerose furono le belve del totalitarismo, i nazisti e i loro servi della Tagliamento e delle brigate nere che, tra il 1943 e il 1945, insanguinarono quelle montagne e la stessa Quarona e che furono cacciati dai garibaldini con mezzi più persuasivi dei ceffoni e dei calci. Insomma, la gagliarda schiera dei rudi sindaci-sceriffo conta una nuova recluta scalpitante per conquistare lo scranno dell’ex deputato Paolo Tiramani. Non è difficile scorgere dietro a tanta volgarità del potere la scuola del fu europarlamentare valsesiano Gianluca Buonanno, solito esibirsi con pistole e fucili mitragliatori e a snocciolare una serie infinita di gag, trovate e sceneggiate destinate, ieri come oggi, a riempire le pance di fan e follower ma anche a mascherarne l’abissale vuoto civile, morale e politico.