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SPREGIUDICATO E PREGIUDICATO

A chi andrà l’eredità politica di Berlusconi? La sua morte potrebbe comportare una polarizzazione nel campo delle destre con una migrazione piuttosto consistente dall’involucro plastificato ormai malaticcio di FI ai meloniani? Anche se ciò avvenisse, non sarebbe la fine del berlusconismo. La sua stagione esplose nei primi anni Novanta del secolo scorso quando ormai si era definitivamente consumata una sconfitta storica della classe operaia europea. La lotta della FIAT e quella dei minatori inglesi, prolungatasi per un anno, ne furono alcune delle punte più alte, per certi aspetti epiche. Seguirono il dilagare delle politiche neoliberiste, il crollo dei regimi del cosiddetto socialismo reale, da cui trassero origine le attuali sanguinarie oligarchie dell’est europeo, la crisi dell’ordine internazionale uscito dalla seconda guerra mondiale e la rapida liquefazione della sinistra parlamentare italiana. Berlusconi non ebbe alcuna parte in questi esiti, impegnato com’era a riscuotere la sua quota dell’eredità craxiana e a trafficare le basi del proprio impero immobiliare, finanziario e mediatico. Arrivò dopo, per fare affari, quando la battaglia si era conclusa con la schiacciante vittoria di classe della borghesia. L’azione spregiudicata dell’ometto di Arcore, nel grande nulla di fine millennio, mescolò, come spesso è avvenuto nella storia italiana, aspetti di modernizzazione e di inguaribile arretratezza della nostra classe dominante. Tra questi ultimi lo sfacciato disprezzo per le regole, le leggi, la magistratura, l’impianto costituzionale, la promiscuità con alcune delle figure più imbarazzanti della politica internazionale e della società italiana, il tradizionale rozzo anticomunismo, lo sdoganamento del fascismo, il velleitarismo più sfrontato, l’inverecondo culto della personalità (e della chirurgia estetica), la volgarità intellettuale, l’ignoranza promossa a merito, il paternalismo peloso, l’ostentazione tronfia del lusso e dei simboli del potere, l’inciviltà strisciante imbellettata di barzellette e battute ridanciane e via dicendo. Insomma, ha interpretato al “meglio”, aggiornandoli, decorandoli con miti mediatici e adattandoli ai tempi, i caratteri intimi dell’ideologia del nostro capitalismo straccione. Per questo, il berlusconismo non può finire con lui. Il caimano avrà funerali di stato e molti coccodrilli giornalistici e tante lacrime di coccodrillo: il destino spregiudicato di un pregiudicato.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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