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L’inchiesta del caporedattore dell’Ansa Vincenzo Sinapi, da poco uscita per i tipi di Mursia, ritorna sulla tragedia dell’eccidio di 150 contadini di Domenikon perpetrata dal regio esercito italiano e dalle camicie nere nel 1943 durante l’invasione della Grecia. Il libro, che si giova dell’autorevole Prefazione degli storici Filippo Focardi e Lutz Klinkhammer, ricostruisce in maniera dettagliata i fatti e la successiva, mancata, stagione processuale. L’impunità dei colpevoli del massacro di Domenikon, così come quella degli autori degli altri crimini di guerra nazifascisti, fu una scelta politica dei governi democristiani del dopoguerra, una doppia vergogna incardinata sul baratto tra il salvataggio dei criminali di guerra italiani e l’impunità dei responsabili delle stragi naziste nel nostro paese. Nonostante l’impotenza dimostrata dalla giustizia, terreno sul quale nonostante tutto bisogna continuare a ...continua a leggere "DUE INGIUSTIZIE, DUE VERGOGNE"

La nostra bandiera, il nostro futuro

76 anni da quel giorno glorioso di Liberazione, di riscatto di un popolo. Una vittoria per conquistare, per riappropriarsi di libertà, dignità, speranza e di un futuro nuovo e migliore. Questi pensieri e sentimenti credo fossero nella mente e nel cuore di quei tanti giovani scesi dalle montagne mal vestiti, affamati e male armati, rispetto alle armate presenti, tedesche, americane e inglesi, ma anche degli stessi fascisti repubblichini. Eppure avevano vinto scrivendo una nuova storia. Una pagina indelebile. In quella pagina di storia una parte consistente di popolazione opportunista salì sul carro del vincitore per fare i propri interessi, timorosa di cambiamenti radicali della società. Una parte minoritaria, ma non secondaria, operò con atti terroristici, sabotaggi e morti contro la democrazia e la Liberazione già pochi giorni dopo la fine della guerra (al Sud e a Roma, il terrorismo fascista era già in piena attività dagli sbarchi alleati in poi). Erano le squadracce, i gruppi fascisti e nazisti della repubblichina di Salò come le SAM. Seguirono nuove sigle e gruppi ...continua a leggere "IL NOSTRO 25 APRILE"

L’Italia vota a favore delle sanzioni a Cuba - Ennesima servile scelta italiana nei confronti dei padroni USA

Il Consiglio dei diritti umani dell’Onu vota la risoluzione di condanna e di abolizione delle sanzioni economiche, il bloqueo americano contro Cuba che dura da 60 anni. L’Italia insieme agli Usa di Biden ha votato a favore del mantenimento delle sanzioni, dell’embargo, contro Cuba. Le sanzioni economiche sono atti illegali. Sono misure contrarie a numerose norme di diritto internazionale dato che costituiscono lo strumento con il quale principalmente gli Usa vogliono piegare ai propri interessi gli stati che non intendono assoggettarsi. Come la Repubblica socialista di Cuba. Le sanzioni sono l’altra faccia cruenta dei bombardamenti militari. Si è detto che l’unica concezione ammissibile nel diritto internazionale è il rapporto paritario e uguale fra stati diversi a livello politico, sociale, economico e culturale. Si pensi alla pandemia, alle migrazioni che possono e potranno essere affrontate con l’impegno comune ...continua a leggere "L’INFAME VERGOGNA DEL GOVERNO ITALIANO"

A inizio primavera del 1944, le bande partigiane nel nord Italia si ingrandiscono un po' dovunque, soprattutto per l'afflusso di tanti giovani renitenti al bando di arruolamento della RSI fascista. In quel periodo nella zona del Colle di Lys (Piemonte occidentale), nacque la 17a Brigata Garibaldi intitolata a Felice Cima, un giovane ufficiale partigiano caduto in combattimento il 27 novembre 1943. La Brigata era costituita da partigiani nativi della zona e da ex militari fuggiti dalle caserme, originari tutti del cremonese. Era una formazione molto compatta e soprattutto godeva di molti appoggi locali. Per questo era molto temuta dai tedeschi che avevano perso il controllo della zona del Col del Lys a causa loro. ...continua a leggere "PER NON DIMENTICARE! LA STRAGE DEL COL DEL LYS"

Risposta della Segreteria nazionale ANPI e del Coordinamento regionale Veneto alla mozione approvata il 23 febbraio dal Consiglio regionale del Veneto nella quale si attacca pesantemente la nostra Associazione rea, secondo i proponenti, di fare negazionismo nel Giorno del ricordo
Siamo sdegnati per la mozione approvata il 23 febbraio dal Consiglio regionale del Veneto che riproduce l'analoga mozione approvata nel 2019 dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia.

...continua a leggere "ANPI: solo menzogne, scempio della storia e della Costituzione"

La multinazionale statunitense Pfizer, proprietaria anche di uno dei vaccini anticovid licenzierà il 15 per cento del personale del suo centro di distribuzione a Zaventem, in Belgio, e parte delle attività di questa struttura saranno trasferite in Romania. A riferirlo è il quotidiano belga “La Libre Belgique”.

Secondo fonti sindacali, circa 38 dei 238 dipendenti del centro di distribuzione Pfizer a Zaventem, in Belgio, rischierebbero di perdere il lavoro. Il motivo indicato dalla dirigenza dell’azienda sarebbe il trasferimento del servizio di pianificazione delle forniture a Bucarest.

Dunque la Pfizer, uno dei maggiori produttori di vaccini contro il Covid-19, nel bel mezzo di una pandemia ritiene strategico licenziare personale e delocalizzare in paesi con salari più bassi. Per problemi economici? Al contrario.

Marc Botenga, eurodeputato belga del PTB, denuncia come l’ anno scorso la Pfizer ha versato 8,4 miliardi di dividendi ai propri azionisti e che per quest’anno sono previste altri 15 miliardi di entrate finanziarie grazie al vaccino. Con un margine di profitto che va dal 25 al 30 %. Ma la Pfizer licenzia. Senza scrupoli.

La multinazionale Pfizer agisce dunque come lo scorpione della favola di Esopo. La sua natura è quella di pungere e uccidere, ed a nulla era servito alla povera rana avergli fatto attraversare il fiume sul proprio dorso.

In Belgio, il gruppo farmaceutico Pfizer conta attualmente circa 2.500 dipendenti, distribuiti in quattro sedi: Anderlecht (centro di ricerca clinica), Ixelles (sede amministrativa e commerciale), Puurs (centro di produzione) e Zaventem (centro di distribuzione). In quest’ultimo sono previsti i licenziamenti annnunciati.

La dirigenza dell’azienda riferisce che i licenziamenti in Belgio e la delocalizzazione in Romania, rientrano nel processo di ristrutturazione aziendale volta anche a semplificare i processi di forniture. “Cerchiamo costantemente di ottimizzare l’organizzazione della catena di fornitura globale. Attualmente stiamo esplorando opzioni che ci consentiranno di centralizzare meglio le nostre risorse, migliorare l’efficienza dei processi, pur continuando a fornire i migliori servizi. Questo potrebbe tradursi nella ridistribuzione di una serie di funzioni della catena di approvvigionamento attraverso la nostra rete estesa”, ha detto un portavoce di Pfizer.

Anche in Italia, pochi mesi fa, la Pfizer ha licenziato 60 persone dallo stabilimento di Ascoli Piceno.

I consigli di amministrazioni delle multinazionali, somigliano sempre di più a organizzazioni criminali. Tagliano senza scrupoli, speculano sui vaccini anche in presenza di una pandemia, si fanno beffe dei governi e delle istituzioni. Ultima in ordine di tempo la Commissione europea

https://contropiano.org/news/politica-news/2021/03/05/pfizer-come-lo-scorpione-profitti-stellari-ma-licenzia-e-delocalizza-0136907

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Per valsesiani ma non solo, l’ultimo libro di Alessandro Orsi sulla “Piassa Granda” di Borgosesia. Come ha dimostrato Mario Isnenghi nel suo saggio del 1994, L’Italia in piazza. I luoghi della vita pubblica dal 1848 ai giorni nostri, la piazza può rivelare aspetti determinanti, a volte non altrimenti visibili, della vita sociale, dello sviluppo economico e dello stesso scontro di classe. In Italia, questo spazio urbano, antica eredità dell’agorà greca, si configura negli ultimi due secoli come il luogo pubblico della lotta politica dove alle trasformazioni nell’uso della piazza si accompagnano cambiamenti profondi della società e della vita civile. Questa considerazione ha valore non solo per i centri maggiori ma anche per aggregati più piccoli come Borgosesia. Qui, la Piassa Granda non è stata solo centro di riti collettivi, come quello carnevalesco del Mercu scurot, oppure di aggregazione sociale ma anche ...continua a leggere "UNA PIASSA “GRANDA” COME IL CUORE PARTIGIANO"

Panzieri in Sicilia durante l'occupazione delle terre (1950)

Il 14 febbraio1921, nasceva a Roma Raniero Panzieri. È occasione utile, questa del centenario, per ricordarlo e, soprattutto, per tornare a leggere e meditare le sue opere. A causa delle leggi razziali, Panzieri non poté completare gli studi ed entrò in contatto con la rete clandestina antifascista della capitale. Nel 1945 si iscrisse al PSI, all’interno del quale militò per un lungo periodo. L’anno seguente, ricoprì la carica di segretario dell’Istituto di Studi socialisti di Rodolfo Morandi e nel 1949 si trasferì all’Università di Messina per insegnare Filosofia. Furono anni difficili, caratterizzati dalla guerra fredda, dal dominio politico della DC, sostenuta dalla chiesa, ma anche da imponenti lotte di massa che, in Sicilia, ebbero come momento culminante l’occupazione delle terre da parte di braccianti e contadini poveri. Panzieri prese ...continua a leggere "RANIERO PANZIERI, CENTO ANNI DOPO"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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