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di Marco Travaglini

Cinquanta studentesse e studenti piemontesi, accompagnati da dieci docenti e da un esperto degli Istituti storici della Resistenza del Piemonte parteciperanno dal 30 maggio al 2 giugno al viaggio studio a Monaco di Baviera, Ulm e al lager di Dachau. Il viaggio fa parte delle visite sui luoghi della memoria riservate agli studenti vincitori della 38a edizione del progetto di Storia contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

Monaco, la capitale bavarese dove nacque il nazismo. Monaco, la capitale della Baviera, ospita edifici antichi e numerosi musei. In Marienplatz, la piazza centrale dell’Altstadt (città vecchia), si trovano monumenti come il Neues Rathaus, il municipio in stile neogotico con il Glockenspiel, un carillon le cui statuine rappresentano eventi avvenuti nel XVI secolo. Il Centro di documentazione sul Nazismo di Monaco, inaugurato il 30 aprile 2015 in occasione del 70°anniversario ...continua a leggere "STUDENTI PIEMONTESI A MONACO, ULM E DACHAU"

Con queste parole, inizia una versione della nota poesia attribuita a Brecht, ma, a quanto pare, frutto dell’intuizione del reverendo Martin Niemöller. Abbiamo da tempo oltrepassato più di una soglia tra quelle indicate in quella lirica e, in Italia, è abbastanza facile identificare la sorgente della vergognosa deriva da cui siamo circondati: la legge sull’immigrazione di Umberto Bossi e Gianfranco Fini, i due fasci del Duemila sfasciatisi strada facendo, ma subito rimpiazzati da una sguaiata nebulosa neonazista, trasversale a tutti i partiti della destra e del centrodestro. Quella legge del 2002 non è mai stata contrastata dalla sinistra, che, quando era al governo, s’è ben guardata dal disinnescarla. Del resto, sorte analoga ebbe la legge, gemella in bruttura e disumanità, la Carlo Giovanardi e Gianfranco Fini, che, prima di essere dichiarata incostituzionale dalla Consulta con sentenza del 12 febbraio 2014, è riuscita a riempire le galere di immigrati e poveracci distruggendone ...continua a leggere "PRIMA DI TUTTO VENNERO A PRENDERE GLI ZINGARI"

di Marco Travaglini

Faceva un caldo soffocante sul lago Maggiore in quei giorni di fine luglio del 1965. Le Settimane Musicali di Stresa erano in pieno svolgimento. Nate quattro anni prima per iniziativa di un nobile avvocato veneziano, Italo Trentinaglia de Daverio, che aveva una villa a Stresa e la musica nel sangue grazie all’insegnamento trasmessogli dal padre Erardo che era stato direttore generale del Teatro alla Scala di Milano e sovrintendente de La Fenice a Venezia.
In poco tempo, la perla del Lago Maggiore divenne sede di uno dei più prestigiosi festival internazionali di musica classica, presentandosi allo sguardo del mondo con il volto compassato e austero di una località che non aveva perso lo charme degli anni in cui Margherita di Savoia, futura Regina d`Italia, vi soggiornava presso la Villa Ducale o di quando le signore imbellettate potevano guardare dal finestrino del Simplon Orient Express, il treno di lusso della Belle Époque, i paesi e le isole del ...continua a leggere "BANDIERA ROSSA SVENTOLERÀ!"

Il giorno della Liberazione, che si celebra quest'anno per la 74a volta, è una ricorrenza importante. Ha rappresentato per l’Italia il momento della rinascita. La mia generazione è stata fortunata. Ha potuto apprendere da chi l'aveva vissuto in prima persona lo "spirito del tempo" di quell'epoca drammatica: la tragedia della dittatura fascista, la guerra, l’armistizio dell'8 settembre '43, l’occupazione tedesca e la Repubblica di Salò, le imprese coraggiose e spesso disperate della Resistenza fino all’arrivo degli alleati e alla Liberazione. Quel 25 aprile rappresentò un momento catartico di rabbia e gioia, di orgoglio, forza e riconquistata dignità.

Le testimonianze dirette di coloro che hanno scritto pagine importanti di quel periodo storico, di persone note e meno note che hanno restituito la libertà e la dignità al nostro Paese ci hanno consentito, più dei libri, di conoscere e di assorbire quella grande lezione di speranza e volontà di rinascita.
Questa ricorrenza che, negli ultimi anni sembra aver assunto i caratteri ludici di una festa svuotata dai valori veri, ci deve, invece, parlare del sacrificio di tanti uomini e donne, di tanti giovani che ebbero la forza di dire “No” al regime totalitario che stava distruggendo l’Italia, ci deve evocare piccole e grandi storie di persone ...continua a leggere "IL SENSO DEL 25 APRILE"

di Marco Travaglini

Le elezioni politiche del 1948 si tennero il 18 aprile. Per la seconda volta, a guerra finita e liberazione avvenuta, si votava a suffragio universale. Una campagna elettorale dura, senza esclusione di colpi , si consumò nel paese nel breve volgere di un mese e mezzo. Il mondo diviso in blocchi dalla “guerra fredda”, il piano Marshall e il peso degli Stati Uniti d’America in Europa , l’influenza della chiesa cattolica, determinarono prima la frattura nel governo a tre che vedeva insieme DC, PCI e PSI, con l’esclusione delle sinistre, inasprendo le polemiche nel paese, e poi il ricorso alle urne. Il 20 marzo 1948, a un mese dal voto, il segretario di Stato Usa, George Marshall, artefice del piano di aiuti economici definito dal governo di Washington per la ricostruzione dei Paesi europei “amici”, dichiarò che gli aiuti economici all’Italia (erano già arrivati 176 milioni di dollari in tre mesi) sarebbero cessati nel caso di una vittoria elettorale delle sinistre. Parole velenose, pronunciate mentre prendeva corpo l’idea che dal responso delle urne dipendesse la scelta tra occidente e comunismo. Si fronteggiarono così, a muso duro, la Democrazia ...continua a leggere "L’EQUIVOCO DEL 18 APRILE 1948"

Si sono auto definiti “il governo del cambiamento”, ma vizi e sotterfugi di chi va al potere sono sempre quelli

L’importante è nascondere, non sapere, fingere, come sempre. Meglio è propagandare quotidianamente falsità che alla fine diventano “verità”; meglio lanciare fumo negli occhi dei cittadini. Questa è la peculiarità del governo Di Maio – Salvini. Nella lista dei bandi della Consip, società che gestisce gli acquisti di beni e servizi per la pubblica amministrazione, si sono scoperti due bandi del governo M5S- Lega a fine anno 2018 per l’acquisto di 8250 auto blu, anche di lusso. Costo 168,5 milioni di euro; 7900 così dette “auto grigie”, veicoli di cilindrata inferiore a 1600 cc; suddivise fra 1500 forze dell’ordine; 1500 furgoni; 1250 a doppia alimentazione o ibride; 200 motociclette; 380 auto con cilindrata superiore a 1600 cc tutte blindate così ripartite per categoria: 140 berline, 80 a cinque porte, 160 fuoristrada. Si è mascherato con il 18% dei nuovi acquisti alle forze dell’ordine, il classico vizietto dei rampanti al potere, della nuova casta che, come nelle migliori tradizioni italiche, non ne sapeva nulla. Questa è stata l’espressione di Luigino Di Maio, ignaro di ogni cosa, anche sulle gravi crisi industriali che colpiscono i ...continua a leggere "DA CASTA A CASTA, NIENTE CAMBIA"

Venerdì 12 aprile, alle ore 21, presso la Biblioteca Comunale di Maggiora (via Gattico), presentazione del libro Borgomanero 21 agosto 1927. Ambroeus e le vite degli altri. Saranno presenti gli autori Sergio Bertona e Angelo Vecchi. Alla vigilia dell'assassinio di Sacco e Vanzetti, otto giovani operai decidono di manifestare il loro sdegno e di sfidare il fascismo. Saranno arrestati, tradotti davanti al Tribunale speciale e condannati duramente. Una storia che invita a riflettere su cosa veramente è stato il fascismo, sul filo rosso che lega l'opposizione antifascista durante il ventennio alla Resistenza, sulle pesanti eredità che il fascismo ha lasciato alla repubblica democratica. Organizzano la serata il Comune, l'ANPI e la Biblioteca comunale di Maggiora.

di Marco Travaglini

Vječna Vatra è la “fiamma eterna”, al centro di Sarajevo, all’angolo tra la Maršala Tita e Fehradija, la via pedonale principale del centro storico. Quella del memoriale alle vittime militari e civili della seconda guerra mondiale e ai partigiani, si dice sia l’unica fiamma che non si è mai spenta nemmeno sotto l’assedio.
È un monumento dall’alto valore evocativo. La lapide ricorda una data, il 6 aprile del 1945. Il giorno della liberazione della capitale bosniaca dall’occupazione nazista e della vittoria di serbi, bosniaci e croati che insieme riconquistarono la libertà. Insieme, uniti come le dita di una mano chiusa a pugno per resistere e colpire sotto le insegne dell’esercito partigiano di Tito.
La dimostrazione visiva di una lotta comune, segnata dall’antifascismo degli slavi del sud. Poi, dalla Vječna Vatra si va in direzione del mercato di Markale. La strada è breve: neanche il tempo di tirare il fiato e compare la piazza con i banchi di ferro e di legno del coloratissimo mercato della frutta e della verdura. Come in tutti i ...continua a leggere "MARKALE, IL “MERCATO DELLE STRAGI” DI SARAJEVO"

La chiamavano “la macchia nera nella provincia rossa”. Borgomanero era la macchia nera quando Novara, conquistata pacificamente da una marea di voti socialisti, divenne la prima, grande provincia rossa d’Italia. Eppure, questa macchia nera, d’impietrata lava, refrattaria se non ostile alle idee e ai movimenti di ribellione sociale, ha sempre saputo produrre degli splendidi fiori. Uno di questi è caduto oggi, 24 marzo 2019. Come la ginestra leopardiana, Lele è riuscito a metter radice e a crescere in questo luogo arido e difficile. Lo ha colorato con la sua vitalità. Lo ha rallegrato col suo entusiasmo. Lo ha intenerito con la sua onestà.
Lele non c’è più. Ha finito di soffrire, per la malattia che ce l’ha tolto, e ha finito di soffrire per l’indifferenza, per l’ipocrisia, per l’inciviltà, per l’imbarbarimento dilagante che ne hanno rattristato gli ultimi giorni. Ci mancherà, ma le sue idee, le ...continua a leggere "CIAO LELE"

« I Balcani sono la polveriera d’Europa, ma restano anche il barometro di quello che è l’Europa… Resto convinto che ora che i nazionalisti hanno portato tutti i popoli alla rovina, toccherà a noi salvare il salvabile »

di Marco Travaglini 

Parole nette e chiare, tratte da uno dei colloqui di Predrag Matvejević con il giornalista Tommaso Di Francesco, pubblicati in Breviario Jugoslavo da Manifestolibri. Scrittore e accademico, nato a Mostar da padre russo di Odessa e da madre croata, Matvejević amava definirsi jugoslavo. Intellettuale finissimo dalla scrittura chiara e potente, ha insegnato letteratura francese all’Università di Zagabria, letterature comparate alla Sorbona di Parigi ed è stato ordinario di slavistica all’Università la Sapienza di Roma e al Collège de France. Era una delle menti più lucide e appassionate, europeo dei Balcani fino al midollo. Il destino terribile della sua Jugoslavia, dissoltasi nel sangue dei conflitti dell’ultima “decade malefica” del ‘900. era probabilmente il dolore più grande che avvertiva la sua coscienza. E non fece mai nulla per nasconderlo. In una intervista diceva, tra le altre ...continua a leggere "IL BREVIARIO JUGOSLAVO DI PREDRAG MATVEJEVIĆ"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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