di Marco Travaglini
Nell’agosto del 1969, in una piccola località dello Stato di New York, si svolse il più grande raduno nella storia della musica rock: il festival di Woodstock, mezzo milione di persone raccolte sotto l’insegna di “tre giorni di pace, amore e musica”, convenute da ogni parte d’America per celebrare con la musica le idee, i suoni e i colori della generazione cresciuta nella contestazione alla guerra del Vietnam.
Era ferragosto quando salì per primo sul palco Richie Havens e l’aria diventò elettrica. Lo straordinario cantante folk afroamericano suonò tra gli applausi e concluse la sua performance con un finale memorabile, improvvisando su un brano gospel, “Motherless child”, che parlava dei figli degli schiavi. Ripeté all’infinito, suonando la chitarra con ritmo ossessivo, la parola «Freedom», libertà. Nasceva in quegli istanti uno degli inni di quella generazione pacifista.
L’elenco di cantanti, gruppi e musicisti è lunghissimo: Country Joe McDonald and ...continua a leggere "LO “SPIRITO” DI WOODSTOCK EVENTO CHE SEGNÒ UNA GENERAZIONE"