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di Marco Travaglini

Nell’agosto del 1969, in una piccola località dello Stato di New York, si svolse il più grande raduno nella storia della musica rock: il festival di Woodstock, mezzo milione di persone raccolte sotto l’insegna di “tre giorni di pace, amore e musica”, convenute da ogni parte d’America per celebrare con la musica le idee, i suoni e i colori della generazione cresciuta nella contestazione alla guerra del Vietnam.
Era ferragosto quando salì per primo sul palco Richie Havens e l’aria diventò elettrica. Lo straordinario cantante folk afroamericano suonò tra gli applausi e concluse la sua performance con un finale memorabile, improvvisando su un brano gospel, “Motherless child”, che parlava dei figli degli schiavi. Ripeté all’infinito, suonando la chitarra con ritmo ossessivo, la parola «Freedom», libertà. Nasceva in quegli istanti uno degli inni di quella generazione pacifista.
L’elenco di cantanti, gruppi e musicisti è lunghissimo: Country Joe McDonald and ...continua a leggere "LO “SPIRITO” DI WOODSTOCK EVENTO CHE SEGNÒ UNA GENERAZIONE"

di Marco Travaglini

Nell’autunno del 1911 il Collegio Carlo Alberto di Torino bandì un concorso riservato a tutti gli studenti poveri licenziati dai Licei del Regno. Venivano offerte trentanove borse di studio, ciascuna con una dotazione di settanta lire al mese per dieci mesi. Un’iniziativa ritenuta meritoria, con l’obiettivo di consentire l’accesso all’Università anche a chi non disponeva dei mezzi finanziari necessari per mantenersi gli studi e vivere nella città dell’auto.
Antonio Gramsci fu uno dei due studenti di Cagliari ammessi a sostenere gli esami a Torino. «Partii per Torino come se fossi in stato di sonnambulismo», scrisse. Raggiunse la città subalpina con 55 lire in tasca poiché aveva «speso 45 lire per il viaggio in terza classe delle cento avute da casa». Si iscrisse alla Facoltà di Lettere. A quel tempo le aule si trovavano nell’attuale palazzo del Rettorato. Gramsci non si limitò a frequentare quei corsi e seguì con interesse anche le lezioni tenute a Giurisprudenza da Einaudi e Ruffini. Vivere a Torino era un’impresa: le settanta lire ...continua a leggere "ANTONIO GRAMSCI E LA TORINO D’INIZIO NOVECENTO"

di Marco Travaglini

Ripensando all’11 settembre del 2001, la stragrande maggioranza delle persone si ricordano dov'erano, chi aveva al loro fianco, cosa facevano in quegli istanti drammatici, quali emozioni provarono di fronte all’assalto terroristico alle Torri gemelle del World Trade Center di Manhattan. Pochi, troppo pochi rammentano le stesse cose pensando all’11 luglio di ventiquattro anni fa quando, nella calda estate di guerra del 1995, cadde Srebrenica e iniziò l’ultimo massacro del secolo. Le vittime furono tre volte più numerose di quelle di New York, ma quasi nessuno se ne accorse. Non c’erano immagini, in quei giorni, in tv. Srebrenica, per troppi era un nome senza storia, quasi impronunciabile. Quella cittadina tra le montagne della Bosnia nord-orientale, enclave musulmana a pochi chilometri dalla Drina, cosa rappresentava? Poco o nulla, per chi non aveva nessun desiderio di sapere, conoscere. L’Europa era al mare, la Bosnia non faceva quasi più notizia, la guerra ...continua a leggere "SREBRENICA VENTIQUATTRO ANNI DOPO"

di Marco Travaglini

Marino Barassi aveva 93 anni ed è sempre stato, lungo la sua intera vita, un uomo di sinistra coerente con le sue idee, un comunista tutto d'un pezzo. L'ho conosciuto nel 1975, quando ho iniziato la mia militanza nella Federazione Giovanile Comunista Italiana. L'ho frequentato, siamo stati amici e compagni. Abbiamo anche discusso e non poco. Marino aveva le sue idee, un punto di vista molto netto. Siamo stati anche in disaccordo ma c'è sempre stato un profondo rispetto e una grande amicizia che, tra compagni, rappresenta un valore molto forte.
La vita di Marino Barassi - dalle lotte alla Montefibre all'impegno politico e nelle istituzioni come consigliere comunale a Verbania - è la prova della profonda umanità di quella comunità di uomini e donne che, all'ombra della stessa bandiera (rossa), hanno contribuito a fare la storia di un partito che è stato parte della società italiana, nel suo intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale.
Dare conto di questa straordinaria vicenda umana, fatta di gesti generosi e ...continua a leggere "IN RICORDO DEL COMPAGNO MARINO BARASSI"

di Marco Travaglini

Venticinque studentesse e studenti piemontesi, accompagnati da cinque docenti e da uno degli esperti degli Istituti storici della Resistenza del Piemonte hanno partecipato dal 30 maggio al 2 giugno al viaggio studio a Praga, capitale della Repubblica Ceca, e al lager di Terezìn. Il viaggio in questi luoghi della memoria è riservato agli studenti vincitori della 38° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale.

Praga, una città mai uguale a se stessa. Praga si specchia, da più di dieci secoli, nelle acque della Moldava, dominata dal Castello (Pražský hrad), la più grande fortezza medievale esistente, oltre che simbolo emblematico del grande passato storico, culturale e sociale della capitale. Il centro storico della città è formato da sei quartieri che, in passato, erano città indipendenti e che vennero unificate nel Settecento: Staré Mesto, cioè la Città Vecchia, Josefov, il quartiere ebraico che, ...continua a leggere "VIAGGIO DELLA MEMORIA A PRAGA E TEREZÌN"

di Marco Travaglini

Faceva un caldo soffocante sul lago Maggiore in quei giorni di fine luglio del 1965. Le Settimane Musicali di Stresa erano in pieno svolgimento. Nate quattro anni prima per iniziativa di un nobile avvocato veneziano, Italo Trentinaglia de Daverio, che aveva una villa a Stresa e la musica nel sangue grazie all’insegnamento trasmessogli dal padre Erardo che era stato direttore generale del Teatro alla Scala di Milano e sovrintendente de La Fenice a Venezia.
In poco tempo, la perla del Lago Maggiore divenne sede di uno dei più prestigiosi festival internazionali di musica classica, presentandosi allo sguardo del mondo con il volto compassato e austero di una località che non aveva perso lo charme degli anni in cui Margherita di Savoia, futura Regina d`Italia, vi soggiornava presso la Villa Ducale o di quando le signore imbellettate potevano guardare dal finestrino del Simplon Orient Express, il treno di lusso della Belle Époque, i paesi e le isole del ...continua a leggere "BANDIERA ROSSA SVENTOLERÀ!"

Rosa Luxemburg fu uccisa il 15 gennaio del 1919. Fu rapita e assassinata con Karl Liebknecht dai soldati dei Freikorps, i gruppi paramilitari di destra agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert e del ministro della Difesa, anche lui socialdemocratico, Gustav Noske. Il corpo di Rosa fu gettato come uno straccio in un canale e fu ritrovato solo mesi dopo.
Due mesi prima in Germania, il 9 novembre 1918, sulle macerie fumanti lasciate dalla guerra, erano nati i Consigli degli operai e dei soldati. Il kaiser fu costretto ad abdicare e fuggì nei Paesi Bassi. I marinai di Kiel si ammutinarono, quelli di Colonia impugnarono le armi a fianco dei lavoratori e l’insurrezione dilagò nei porti e in tutte le principali città del paese dove la bandiera rossa ormai sventolava sui ...continua a leggere "LA ROSA ROSSA DI BERLINO"

di Marco Travaglini

A Montgomery, capitale dell’Alabama, erano le sei del pomeriggio del 1° dicembre del 1955 quando Rosa Parks, una sarta afroamericana di 42 anni, prese posto sull’autobus giallo e verde della Cleveland Avenue per rincasare dopo una giornata di lavoro. Un gesto normale, quotidiano, quasi banale se non fosse che, a causa delle assurde leggi segregazioniste dell’America degli anni '50, la donna si sedette dalla parte sbagliata del mezzo, quella riservata ai “bianchi”. A quelli dalla carnagione scura come la sua spettavano solo pochi posti in coda. Ma quel giorno d’inizio dicembre di oltre sessant’anni fa, quei posti erano tutti occupati e la donna non se la sentiva di affrontare un viaggio in piedi. Oltretutto, come segretaria della locale sezione del NAACP (l’associazione nazionale per la ...continua a leggere "LA RIBELLIONE DI ROSA PARKS"

Lo psicanalista statunitense James Hillman ha contato dai primordi dell’umanità fino all’epoca attuale 14.600 guerre. Di certo, fino al 1918, nessuno di questi conflitti fu così terribile e devastante come la Grande guerra.
Sul solo fronte italo-austriaco – una linea di combattimento d’importanza assai limitata in un cozzo di giganti delle dimensioni del reich tedesco, dell’impero britannico, della terza repubblica francese, dell’autocrazia zarista e e dell’impero ottomano – in tre anni e mezzo di guerra, furono uccisi oltre un milione e trecentomila soldati. Nel 1925, l’economista Giorgio Mortara censì 651.000 morti italiani. Altrettanti furono i cadaveri nel campo austro-ungarico.
I numeri, oltre che poco significativi (come si fa anche solo a immaginarsi un milione di morti!), sono ampiamente in difetto sia perché stime successive più ...continua a leggere "QUATTRO NOVEMBRE, CENTO ANNI DI LUTTO"

I corpi dei naufraghi del "Bourgogne"

Una tragedia del mare di grandi proporzioni quella che si è verificata esattamente centoventi anni fa al largo della Nuova Scozia, l’antica Acadia che gli inglesi, durante la guerra dei Sette anni, strapparono ai francesi compiendo un vero e proprio genocidio. Il 4 luglio 1898, la nave a vapore francese “Bourgogne”, che viaggiava sulla rotta New York – Le Havre, a causa della nebbia, entrò in collisione col bastimento “Cromarty Shire”. L’incidente avvenne a 60 miglia al Sud del «Secchos d'Island». La nave inglese riuscì a raggiungere il porto canadese di Halifax, ma per il “Bourgogne” non ci fu niente da fare: colò a fondo quasi subito e le gelide acque dell’Atlantico inghiottirono 549 persone, tra cui l’intero quadro di comando del ...continua a leggere "PIÙ DI 500 MIGRANTI ANNEGATI, MOLTI GLI ITALIANI"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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