« L’Italia l’è malada », cantavano i contadini padani durante la rivolta de La boje! È trascorso quasi un secolo e mezzo da quelle lotte agli albori del movimento operaio italiano, ma le condizioni di salute del paese non accennano a migliorare. C’è il coronavirus, ma seguita a circolare un’infezione peggiore: la ricerca spasmodica del profitto a ogni costo imposta dal credo neoliberista. E tra le due forme di contagio si è subito stabilito un circolo vizioso: una alimenta l’altra, stritolando le classi subalterne.
Non è vero che le epidemie colpiscono tutti allo stesso modo. In una società di classe, anche i microbi portano irrimediabilmente il marchio dell’ingiustizia sociale. È sempre stato così. Quando, dalla Cina all’Europa, per migliaia di chilometri, passò la falce devastante della peste nera, furono i servi, i contadini poveri, le plebi urbane a pagare i costi maggiori in termini di vittime (la sola Europa perse circa un quarto della sua popolazione!), di carestie e di indicibile miseria. Così come è vero che diversi sistemi economici e politici non hanno la stesso impatto sullo sviluppo ...continua a leggere "L’ITALIA L’È MALADA"